venerdì 13 settembre 2013

Ti direi le cose che devi sapere.

Ti direi che sono una che va a ondate. Ti direi che ogni tanto scrivo, ogni tanto no. Ti direi che ho decine di bozze salvate e decine di motivi per non sentirle pronte. 
Ti direi che doveva essere un'estate di studio. Ma la famosa voglia di studiare che era uscita a prendere un gelato mi ha mandato una cartolina. Era in vacanza. E non è tornata fino a fine agosto. 
Ti direi che vorrei tornare a giugno. Ma forse non sarebbe neanche vero. Ti direi che tanto alla fine rifarei sempre le stesse identiche cose. Di corsa. Il caldo no, quello lo lascerei. 
Ti direi che mancano due mesi e la mia tesi purtroppo ha deciso che non può farsi da sola. 
Ti direi che ho comprato un maglione blu, sperando che l'estate finisse presto. Ma che poi sotto ci ho messo i pantaloni corti. 
Ti direi che, quando serve, riesco ad essere una di poche parole.
Ti direi che a volte conviene lanciarsi, buttarsi, cadere, scappare, tornare. Qualunque cosa. Ma mai stare scomodi. Ti direi che fino ad oggi ho vissuto col cuore in gola. E non sono mai stata scomoda.
Ti direi che i messaggi letti la mattina presto mi cambiano l'umore. Ti direi che il caffè appena sveglia mi cambia l'umore. Che ci voglio il latte freddo e lo zucchero di canna. E che il sabato mattina mi piace fare colazione fuori casa, con gli occhiali da sole. 

Ti direi che "le persone quiete sono le persone che conservano gli album di fotografie, quelli cui piace il bianco perché dicono che il bianco è semplice e non stufa. A noi piacciono le persone inquiete". 

Ti direi. Ti dirò. 

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