domenica 17 marzo 2013

E fatelo il primo passo, che il testosterone non si intacca. Anzi.


Ho sempre pensato che non ci fosse differenza in amore tra chi dovesse fare il primo passo e chi no. Una donna che sa quello che vuole può tranquillamente non dover chiedere il permesso a nessuno.

Sì, certo. A-ha.

Il problema è che hanno cominciato a pensarlo pure queste schiere di geni del crimine con cui ci relazioniamo, questi simpatici “ah, no, ce sta che la prima cena facciamo a mezzi, metti che poi non me dà manco un bacio”. E come no. Aspetta, galantuomo delle mie Louboutin. Già che ci sei fatti pure offrire il caffè e l’ammazzacaffè, tante volte non ci scappasse manco il sorriso a fine serata.
Perché diciamocelo, di tutti questi cavalieri sbiaditi, che non prendono una posizione manco a pagarli oro, che non decidono, che aspettano una mossa, ne abbiamo un po’ le palle piene.
Passiamo ore a guardare film allucinanti dove lei non muove nemmeno mezzo passo e si becca il meglio figo del quartiere, poi scendiamo al primo squillo di cellulare – perché ovviamente non sia mai che si riesca a scollare l’ominide dal sedile della macchina per farlo citofonare – e ci troviamo anche nella condizione di dover finire la serata nella classica posa che ognuna di noi ha assunto in macchina almeno una volta: gomito appoggiato sul sedile di Lui, corpo “vagamente” proteso, bocca-a-culo-di-gallina quanto basta e sguardo intenso. Roba che più sputtanata di così non potrebbe essere.
E Lui – sì, Lui, con L maiuscola – pronuncia le parole che farebbero morire anche l’ormone della Lei più implacabile: “Quanto mi piace stare qui a parlare con te, ci passerei le ore”.
E tu stai lì e pensi: “Ma questo non ce l’ha una madre? Nessuno gli ha spiegato che alla Lei che rischia il fianco sul bracciolo non si propone mai di parlare per ore e ore? Che altro mai mi dovrai dire stasera, eh?”.

E fatelo ‘sto primo passo. Che non diventate impotenti. 

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