Ho sempre pensato che
non ci fosse differenza in amore tra chi dovesse fare il primo passo e chi no.
Una donna che sa quello che vuole può tranquillamente non dover chiedere il
permesso a nessuno.
Sì, certo. A-ha.
Il problema è che hanno
cominciato a pensarlo pure queste schiere di geni del crimine con cui ci
relazioniamo, questi simpatici “ah, no, ce sta che la prima cena facciamo a
mezzi, metti che poi non me dà manco un bacio”. E come no. Aspetta, galantuomo
delle mie Louboutin. Già che ci sei fatti pure offrire il caffè e
l’ammazzacaffè, tante volte non ci scappasse manco il sorriso a fine serata.
Perché diciamocelo, di
tutti questi cavalieri sbiaditi, che non prendono una posizione manco a pagarli
oro, che non decidono, che aspettano una mossa, ne abbiamo un po’ le palle
piene.
Passiamo ore a guardare
film allucinanti dove lei non muove nemmeno mezzo passo e si becca il meglio
figo del quartiere, poi scendiamo al primo squillo di cellulare – perché
ovviamente non sia mai che si riesca a scollare l’ominide dal sedile della
macchina per farlo citofonare – e ci troviamo anche nella condizione di dover
finire la serata nella classica posa che ognuna di noi ha assunto in macchina
almeno una volta: gomito appoggiato sul sedile di Lui, corpo “vagamente”
proteso, bocca-a-culo-di-gallina quanto basta e sguardo intenso. Roba che più
sputtanata di così non potrebbe essere.
E Lui – sì, Lui, con L
maiuscola – pronuncia le parole che farebbero morire anche l’ormone della Lei
più implacabile: “Quanto mi piace stare qui a parlare con te, ci passerei le
ore”.
E tu stai lì e pensi:
“Ma questo non ce l’ha una madre? Nessuno gli ha spiegato che alla Lei che
rischia il fianco sul bracciolo non si propone mai di parlare per ore e ore?
Che altro mai mi dovrai dire stasera, eh?”.
E fatelo ‘sto primo
passo. Che non diventate impotenti.
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